NOTTE DI LUCE

Quasi 90 giovani, da diverse realtà parrocchiali e gruppi scout, si sono riuniti la sera del 16 dicembre in Casa Madre (BG) per vivere insieme la “NOTTE DI LUCE”. Giovani che hanno scelto di sperimentarsi, seppur per un breve tempo, a stretto contatto con le povertà di oggi, nelle nostre comunità di Bergamo e Brescia

Dopo l’accoglienza iniziale, divisi in gruppi, i giovani hanno raggiunto la propria destinazione con auto e pulmini: a Brescia Casa S. Giuseppe, che accoglie adulti in difficoltà, nelle comunità per minori e mamme con bambini a Brescia via Bronzetti e al Villaggio Casa Sofia, a Grumello dove risiedono persone con disabilità, a Torre Boldone nella realtà che ospita migranti minori non accompagnati, nella comunità per stranieri in difficoltà a Sorisole, alla Fondazione Bonomelli o alla stazione tra i senza fissa dimora, a Casa Samaria con le donne in alternativa al carcere e infine presso la comunità che opera alle Carceri di Bergamo,  alla scoperta della voglia di vivere e di riscatto, che abita molte persone.

I giovani si sono poi ritrovati ancora in Casa Madre, per condividere l’esperienza vissuta attraverso attività. Dopo la S. Messa, celebrata a mezzanotte da don Sergio, una buonissima pastasciutta per rifocillare le forze, prima di ripartire a piedi per le vie della città e raggiungere Chiara e Marco che hanno condiviso la loro esperienza con i più poveri e la luce che portano dentro di loro. Una buona cioccolata con brioche, attendeva il ritorno di tutti.

Ma siamo matti?! Passare tutta la notte svegli? E a fare cosa?

Abbiamo aderito a questa esperienza senza sapere a che cosa saremmo andati incontro. Ebbene, si è rivelata una bellissima sorpresa: un tempo di condivisione, servizio, ascolto, partecipazione e fraternità. Ed è stato un bel regalo il viverla insieme!

Ho avuto la fortuna di andare nella comunità a Casa San Giuseppe per adulti che ci hanno raccontato di loro, della loro storia.

Vedere quanta voglia di riprendersi la vita hanno questi uomini, soprattutto con la consapevolezza di aver toccato il fondo, ti fa sperare!

Chissà come ci hanno visto loro, magari dei ficcanaso; potevano benissimo starsene nella loro “comfort zone”, non raccontarci nulla, e invece hanno deciso di aprirci il loro mondo e noi ci siamo entrati in punta di piedi. Sono stati super disponibili e ci hanno accolto in casa loro!

Sono rimasta colpita dal modo di vivere la comunità da parte delle mamme nei confronti dei loro bambini, ma soprattutto di come esse fossero capaci di stare tra di loro, non come tanti nuclei famigliari separati, ma come un’unica famiglia: una famiglia con tante sofferenze alle spalle, ma dove si riesce a sostenersi a vicenda nelle difficoltà di tutti i giorni, così da superare il passato e vivere meglio il presente.

Avevo già vissuto diverse esperienze nel sociale, ma a Grumello, tra i numerosi ospiti affetti da disabilità, ho avuto l’opportunità di riscoprire nei più giovani, la mia stessa commozione ed entusiasmo nel regalare un po’ di tempo e di amicizia.

Con i senza fissa dimora ho avuto la possibilità di avvicinare a persone e realtà che sentivo molto lontane dal mio contesto. Mi ha colpito stare insieme a loro, entrando nella loro casa e ascoltando le loro storie. Ho apprezzato scoprire una realtà di aiuto, che offre riparo a chi non ha nulla.

L’esperienza è terminata all’alba del 17 dicembre. A quell’ora eravamo un po’ tutti insonnoliti e facevamo fatica a formulare pensieri puntuali su tutto quel che avevamo vissuto. Alla fine solo una cosa è stata chiara e semplice: il sole che sorgeva, là fuori, di certo non ci portava tanta luce quanta ce ne aveva regalata quella notte!