Suor Claudia Nicoli
La grave situazione che il Congo sta attraversando in questo periodo è sotto gli occhi di tutti: una terra, purtroppo, vittima della ricchezza del sottosuolo e presa di mira da molti. È una terra dilaniata da lotte intestine, spesso fomentate da usurpatori stranieri. In questa realtà così fortemente segnata dall’ingiustizia, le suore delle Poverelle cercano di essere una “casa di giustizia” per le persone che subiscono le conseguenze di questi conflitti di interesse. Suor Claudia, superiora della comunità di Kingasani, una zona della capitale della Repubblica Democratica del Congo, è spesso testimone di questi episodi di ingiustizia. Ecco quanto abbiamo raccolto dalla sua stessa voce.
Vi racconto quello che è successo al nipote di una nostra suora. Lo abbiamo accolto nel nostro ospedale perché era stato ferito gravemente da un proiettile. Stava facendo ritorno a casa dopo una giornata di lavoro in motocicletta, quando è stato ferito. Si è dovuto fermare perché stava chiamando un suo parente al cellulare. Due militari si sono avvicinati per derubarlo della moto. Lui ha provato a resistere e uno dei due militari gli ha sparato. È caduto a terra ferito, un passante l’ha soccorso, ha chiamato i soccorsi e l’ha portato al nostro ospedale. Abbiamo fatto tutto il possibile, ma la situazione era troppo grave e abbiamo dovuto trasferirlo in un centro sanitario più attrezzato; anche lì non hanno potuto fare molto e in poco tempo è morto.
Purtroppo, questi episodi non sono rari: ogni volta che ti ribelli a un’ingiustizia, perdi. La giustizia è quella del più forte, di chi ha l’arma in mano. Spesso nel nostro ospedale arrivano persone abbandonate e, poiché sono state dichiarate indigenti, lo Stato dovrebbe occuparsene. Purtroppo, però, siamo noi a sostenere tutte le spese per le cure, il cibo, il vestiario, i prodotti di igiene personale e il trasporto. È ingiusto! E di casi del genere ce ne sono tanti, potrei raccontarvene molti altri. Quel che è certo è che il nostro compito, in quanto suore delle Poverelle, è quello di portare alla luce queste situazioni, di farci portavoce di chi non ha la possibilità di farsi ascoltare e di intervenire per quanto ci è possibile. Quando non ci è possibile sporgere denuncia, facciamo il possibile per intervenire e aiutare. Ed è quello che facciamo ogni giorno, cercando di vivere la giustizia secondo il Vangelo.